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Non esiste una foglia per insalata da considerare “povera” di principi nutrizionali. Pensiamo alla composizione di un’insalata “ideale”.
Detto che non esiste una foglia per insalata da considerare “povera” di principi nutrizionali, pensiamo alla composizione di un’insalata “ideale”. Che tipo di foglie?
Puntiamo sui colori: prima di tutto il verde. Più è pronunciato, meglio è. Ottimi, quindi, gli spinaci, la lattuga cappuccio (trocadero) e quella a costa lunga (romana). Nel verde sono contenute buone quote di vitamina C, A e carotenoidi, potassio e clorofilla. Meno ricca è la qualità iceberg che ha però il merito di conservarsi più a lungo.
Un gruppo interessante è quello dell’indivia, come la riccia, la belga e la scarola. Sono parenti strette delle cicorie: tra queste, i radicchi, comprese le buonissime versioni nostrane (Chioggia, Verona, Treviso). Il rosso è dovuto agli antociani, ma il radicchio verde ha alcune frecce al suo arco: è ricchissimo di calcio e ferro ed è più digeribile. L’amaro di cicorie e radicchi costituisce un valore aggiunto quanto al detox.
L’ideale sarebbe poi completare la nostra insalata con le foglie crucifere, tagliate finemente. Popolarissimo negli Stati Uniti il cavolo verde (kale); da non dimenticare le cime di rapa, le verze e la rucola. Oltre a contenere i nutrienti dei vegetali precedenti, hanno una caratteristica in più: apportano sostanze tuttora studiate per le loro proprietà preventive per numerose malattie, legate soprattutto a deficit del sistema immunitario.
C’è anche la misticanza! In base alla stagione, c’è sempre la possibilità di servirsi di alcune foglie dei prati, ad esempio preparando una misticanza, un termine di origine laziale. Certo, se raccogliamo le erbe, dobbiamo essere sicuri di conoscerle bene!
20/2/2017
20/2/2017
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