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Il miglior periodo per raccogliere il mirtillo è a fine estate, a settembre inoltrato; possiamo trovarlo nelle radure boschive, in zone illuminate ma quasi mai raggiunte dai raggi del sole.
ll mirtillo è una pianta spontanea appartenente alla famiglia delle Ericacee del genere Vaccinum, che comprende circa 130 specie. Tra queste riconosciamo facilmente il mirtillo nero e quello rosso, spontanei sulle nostre montagne fino a 2.000 metri. Più grande, sia come pianta sia come frutti, il mirtillo gigante americano, spontaneo del Nord America, ma facilmente coltivabile anche da noi, in piena terra o vaso.
Il mirtillo cresce bene in un terreno acido, ricco di sostanze organiche. Nella coltivazione in vaso usiamo perciò un terriccio per acidofile arricchito con concime biologico, garantendo un perfetto drenaggio. Un altro sistema è pacciamare il terreno con segatura di abete, aghi di pino, foglie di quercia o di castagno. Per quanto riguarda l’acqua con cui bagnamo le piante acidofile, possiamo aggiungere un cucchiaino di aceto o succo di mezzo limone per ogni litro d’acqua. Questo accorgimento ha la funzione di compensare il calcare presente nell’acqua ed evitare che, aggiungendosi al terreno, ne abbassi l’acidità.
Il miglior periodo per raccogliere il mirtillo è a fine estate, a settembre inoltrato; possiamo trovarlo nelle radure boschive, in zone illuminate ma quasi mai raggiunte dai raggi del sole, fino ad un’altitudine di 1.800 metri. Lo sviluppo più abbondante delle bacche si ha circa due settimane dopo che le bacche hanno assunto la tipica colorazione blu scuro.
Il suo consumo è molto utile per la salute: oltre all’apporto di vitamina A e C, è utile nel trattamento dei disturbi circolatori (soprattutto di origine venosa) e nei casi di fragilità capillare. Inoltre, aumenta la rigenerazione della porpora retinica degli occhi, essenziale per la visione notturna.
26/9/2017
26/9/2017
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