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Prevenzione, riduzione della frequenza e dell'intensità delle patologie, supporto nelle terapie classiche. Il periodo giusto per farle.
L'acqua termale scaturisce dalle fonti locali; il fango viene preparato con quell'acqua: le terme ancora oggi mantengono un rapporto molto forte con la natura del loro territorio. E offrono situazioni, ambienti in cui il benessere non è solo del corpo ma anche della mente. Perchè una cosa è certa: la frenesia della vita moderna è tenuta fuori dai ritmi dolci delle prassi e delle cure.
Succede così in tutta Italia, ovunque ci siano fonti termali: un patrimonio italiano di cui gli antichi conoscevano già il valore (i Greci le usavano già in ottica curativa, per i Romani erano soprattuttto un momento di relax). Valore che è stato riconosciuto ufficialmente da varie ricerche scientifiche; l'ultima, in ordine di tempo, è il progetto Naiade, un'indagine epidemiologica condotta presso oltre 100 stazioni termali e su 100mila soggetti elaborato dal Centro Interpartimentale di Epidemiologia dell'Universita' di l'Aquila.
Le acque termali dunque, per chi avesse avuto ancora qualche dubbio, fanno bene alla salute: lo prova la scienza e lo dimostrano secoli di storia e milioni di utenti che, nel corso del tempo, hanno usufruito con beneficio delle terapie termali.
Ma in concreto, che risultati si possono ottenere se ci si sottopone periodicamente ad alcuni cicli di cure? «Gli studi scientifici confermano che chi si avvale delle terapie termali più indicate per il suo “punto debole” (che sia il naso, i bronchi, le articolazioni o qualsiasi altro distretto del nostro organismo) riesce innanzitutto a prevenire l’insorgenza di nuove malattie»: spiega il dottor Valerio Boschi, medico idrologo di Terme di Sirmione.
«Se, invece, chi si rivolge a un centro termale lo fa perché vuole dare una svolta alla sua malattia otterrà, in tempi brevi, una riduzione della frequenza del problema, utilizzando sempre meno farmaci come dimostrato da numerosi studi nel merito».
Come terapia poi, il vantaggio delle cure termali è sicuramente quello di ridurre i sintomi, e quindi della fase acuta della malattia, la più fastidiosa o invalidante.
Infine, il grande capitolo della riabilitazione: le acque, i fanghi e la fisioterapia termale sono un valido supporto alle terapie classiche mirate a curare problemi vascolari e ortopedici, dalle varici all’artrosi, dalle flebopatie al recupero post-traumatico.
In genere basta un ciclo di cure termali di 12 giorni, da eseguire 1-2 volte all’anno, in primavera o autunno.
"In effetti il periodo delle cure termali in Italia si concentra invece tra la fine di giugno e la fine di agosto; in realtà i periodi migliori sarebbero dai primi di settembre (prima dell’inizio delle scuole e degli asili) fino alla fine di ottobre per la prevenzione delle infezioni delle vie aeree (riniti, sinusiti, otiti, faringo-tonsilliti, bronchiti) e dalla tarda primavera e inizio estate per il trattamento dei sintomi residui (lieve tosse, naso che cola) tipici dei mesi freddi invernali e dei primi mesi di primavera": puntualizza il dottor. Emanuele De Nobili, specialista in Otorinolaringoiatria e Idrologia Medica e Direttore Sanitario delle Terme di Levico.
Altra annotazione importante: in caso di presenza di febbre, nei bambini, purchè bassa, non superiore ai 37.5 °C, non ci sono controindicazioni a proseguire le cure termali; "anzi, generalmente tale febbricola è abbastanza tipica nei primi giorni dall’inizio delle cure termali e assieme ad altri sintomi quali insonnia, irritabilità, affaticamento, stipsi rientra nella cosiddetta “reazione termale”, che si risolve spontaneamente in 24-48 ore, generalmente senza l’utilizzo di farmaci", avvisa il dott. De Nobili. Se invece l'alterazione della temperatura dovesse permanere o ci dovessero essere dei peggioramenti nei sintomi ci si dovrà rivolgere al medico delle terme, o al pediatra di famiglia, per decidere se sospendere temporaneamente o no la terapia in corso.
26/2/2012
26/2/2012
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