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Il sole, in una stanza... aiuta la vitamina D

Come portare l'irraggiamento solare anche in casa, nelle proprie stanze, e migliorare così il livello di vitamina D.

Lo spettro di radianza delle lampade Light 4 Joy di BiodreamIl sole si fa desiderare? Prevedibile, data la stagione. Il punto è che, di conseguenza, anche la vitamina D può scarseggiare. Con questa consapevolezza di fondo sono state messe a punto nuove linee guida per la prevenzione e il trattamento delle carenze di vitamina D in tutte le età: “In linea generale si può affermare che al di sopra del 37° parallelo, che passa pressappoco a livello della città di Catania, nel periodo invernale non vi è la possibilità di produrre adeguate quote di vitamina D attraverso l’irradiazione solare. Questo è valido per tutta l’Italia. Non solo. A parità di esposizione solare, l’inquinamento atmosferico determina una minore penetrazione dei raggi solari fino alla superficie terrestre. E’ una situazione ampiamente accertata": spiega Salvatore Minisola, past president della Società Italiana dell'Osteoporosi del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro.

Le linee guida suggeriscono un'attenta anamnesi (che dovrà fare il proprio medico o il pediatra dei bambini) per poi prevedere un'integrazione.

Ma, tutti i giorni, possiamo aiutare la nostra vitamina D a restare nel giusto livello, a partire da quanto portiamo in tavola. Un aiuto prezioso può venire infatti da alcuni alimenti che sono una fonte eccezionale di vitamina D: basta integrare la nostra alimentazione con salmone, sgombri, tonno (da mangiare almeno tre volte alla settimana). Anche le uova fanno la loro parte.

E, al di fuori della tavola, un altro "trucco naturale" che si può assolutamente fare è portare il sole in casa. O meglio l'irraggiamento solare: utilizzando sorgenti di luce ad ampio spettro, come quello del sole. Come, ad esempio, la Light 4 Joy UV 26 Watt, "una lampadina fluorescente compatta a basso consumo a 220 Volt che genera la stessa intensità luminosa di una lampadina ad incandescenza da circa 50 Watt ma con uno spettro di emissione esteso agli ultravioletti, UVA, UVB (10 % dell’intensità totale) bilanciati a basso dosaggio": spiega Fabio Marchesi, autore del libro "La luce che cura" di Tecniche Nuove.

Queste lampadine vanno installate su portalampade o plafoniere privi si schermi o flitri. Per produrre gli effetti fisiologici positivi degli UVB , quali riduzione del colesterolo ematico, aumento della sintesi di vitamina D, testosterone ed ormone della crescita, vanno tenute ad una distanza compresa tra 50 e 150 cm da viso e corpo. Si consiglia una esposizione minima giornaliera di almeno 1 ora (ma può essere tenuta accesa anche 8-9 ore al giorno).

Utilizzata al mattino, stimola la luce dell'alba e induce una riduzione fisiologica dei livelli di melatonina, favorendo il risveglio. "Con due sorgenti Light 4 Joy, una Full Spectrum ed una ad UV, vicine, si ottiene uno spettro totale molto simile a quello solare".

 

 

22/11/2011

23/11/2011

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