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Che dire dell'importanza della respirazione? Primo e ultimo atto della nostra esistenza “in vita”, è il principio attivo al centro di qualsiasi attività dell'uomo.
Quando il corpo intercetta il suono, entra in vibrazione; ma deve poi mantenersi in costante stato di decontrazione. Questo stato si ottiene solo se tutte le articolazioni rimangono “ben separate”, ovvero se le membrane tra un osso e l’altro si distendono come “vele spiegate al vento”. La forza che le tiene spiegate è l’afflusso d’aria, o fiato. I polmoni immagazzinano tanta più aria quanto più la gabbia toracica rimane elastica, ovvero quanto più i muscoli tra una costa e l’altra si espandono.
Non deve subentrare, quindi, alcun tipo di sforzo muscolare, se non quello di espandere il corpo al massimo, come per stirarlo. Indurire i muscoli della gabbia toracica è proprio quello contro cui si deve lottare. Per questo, è più utile non pensare a “inspiro ed espiro”, ma a “suono e silenzio”. Emettendo un suono, l’aria esce comunque dai polmoni; ma il compito non sarà quello di spingerla fuori, ma quello di rilasciarla il più possibile lentamente, altrimenti sarebbe come aver fretta di consumere il serbatoio dell’auto per fare di nuovo il pieno. Un’altra cosa è importante: una volta che abbiamo emesso il suono, il diaframma deve rimanere decontratto e non si deve nemmeno pensare ad inspirare, ma a rilasciare il diaframma, prima di ricominciare un altro suono. Solo così i polmoni tornano a riempirsi senza intervento della volontà, che comporterebbe contrazione, irrigidimento e ostacolo alla vibrazione sonora.
Pensare alla respirazione contrae la gabbia toracica e porta a immagazzinare meno aria. Per ottenere un buon suono, invece, si ha bisogno della maggior quantità di fiato possibile e soprattutto che venga consumato il più lentamente possibile. Per contrastare le cattive abitudini, pratica questa sequenza:
16/5/2017
16/5/2017
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