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Benessere psicofisico in armonia con la natura.

Bimbo mio, ti insegno a guardare il mondo!

Dalla nascita fino al primo anno di vita, giochi, filastrocche, canzoni e altro da far fare ai propri bambini.

Stimolare la vista nel primo anno di vita è possibile; il ruolo principale inizialmente sarà quello materno ma anche il papà gioca un ruolo via via maggiore. E poi zii e nonni e chiunque ami i bambini possono dare un utile contributo. La chiave è l’amore, il nutrimento affettivo che il bambino riceve attraverso i suoi sensi (tutti insieme).

Ecco i consigli di Janet Goodrich, autrice del libro "La vista dei bambini", per i primi dodici mesi di vita.

Dalla nascita al primo mese

Tenete il vostro bambino sul cuore. Quando riposate, lasciatelo steso sulla vostra pancia. Le cose importanti sono il contatto, il calore, la reciproca soddisfazione e la luce.
Permettetegli di ritrovare esperienze ritmiche simili a quelle provate nel vostro utero, dondolandolo, vezzeggiandolo, canticchiando a bocca chiusa motivi semplice e ripetitivi. Visi sorridenti e amichevoli che si avvicinano per una strofinatina di nasi operano miracoli nello stimolare la visione e dare un senso di calore e affetto. Mettetegli vicino oggetti colorati per stuzzicare il suo interesse visivo.

Quando viene allattato al seno, il bimbo viene automaticamente spostato da un lato all’altro: ciò è importante per stimolare ciascun occhio a turno. Se dovete allattarlo con il biberon, assicuratevi di spostarlo comunque da un lato all’altro. Più avanti uno dei due occhi diventerà dominante, ma adesso è importante che entrambi vengano stimolati in preparazione del momento, tra il secondo e il quarto mese, in cui comincerà a fondere la vista dei due occhi e a farli lavorare insieme.

Da un mese al quarto mese

Per incoraggiare i movimenti saccadici (e prevenire la fissità dello sguardo) e l’abilità di seguire oggetti con lo sguardo semplici giochetti con le mani, come fare schioccare le dita o altro, sono molto utili. Per quanto possibile, accompagnate queste attività con canzoncine infantili, muovendo le mani a ritmo. Palle colorate, giocattoli che si muovono sono utili a risvegliare la sua attenzione.

Fategli fare la Danza dell’Aquilotto: sollevatelo con il viso rivolto verso l’esterno. Dondolatelo gentilmente da un lato all’altro, fatelo “volare” compiendo un giro su voi stesse. Non usate occhiali, e partecipate anche voi a questo gioco visivo. Se potete, utilizzate una musica, muovendovi ritmicamente (ma non in fretta, e senza scatti). Potete scegliere un ambiente piacevole, anche all’esterno (ma evitate luoghi troppo rumorosi) oppure davanti ad uno specchio.

Permettetevi di canticchiare, sbadigliare e fare ogni tipo di suono, scegliendo quelli più ridicoli. Il solo limite a questa attività è che il bambino cresce in fretta e prima o poi diventa pesante: a quel punto continuare diventerebbe faticoso e la mamma perderebbe una parte del piacere: i giochi visivi sono pensati per essere piacevoli per entrambi. A volte il bambino si addormenta, cullato da questa attività.

Da quattro a otto mesi

Adesso gli oggetti colorati possono essere fatti rotolare verso il bambino, che acquista man mano la capacità di valutare le distanze. I giochi con le dita continuano ad essere utili, specialmente accoppiandoli a canzoncine e contatto fisico.

Fatevi cantare dalla nonna “Questo è l’occhio bello”, imparatela, insieme a tante altre filastrocche (cercate anche qualche libro in libreria e imparate quelle contenute nel libro “La vista dei bambini”). Funziona così: “Questo è l’occhio bello - si tocca una palpebra del bambino. “Questo è suo fratello - si tocca l’altra palpebra e così via: si toccano man mano tutte le parti del viso. Janeth Goodrich suggerisce una filastrocca su un bruco in cui si muove le dita “a bruco” partendo dai piedini e percorrendo un po’ tutto il corpo; vedete se trovate filastrocche analoghe.

A questa età è normale che ogni tanto un occhio se ne vada per conto suo. Potete coprire brevemente l’altro mentre continuate a cantare, oppure solleticare leggermente con un dito il viso a lato dell’occhio per “attrarlo” nella direzione desiderata.
E' il periodo in cui occhi, mani e bocca si muovono di concerto per esplorare il mondo. Presentategli qualcosa di buono (un pezzo di mela) e vedrete l’attenzione concentrarsi, la mano stendersi, afferrare l’oggetto e portarlo subito alla bocca. Questo atteggiamento va sostenuto perché gli permette di “capire” lo spazio (non costringetelo a mangiare ogni cosa che porta alla bocca). Tenete conto che l’attenzione può rapidamente concentrarsi e dissolversi altrettanto rapidamente: va bene così. Inoltre l’occhio è estremamente duttile: esami clinici hanno dimostrato che l’occhio di un bambino di questa età modifica da un momento all’altro la sua struttura cambiando la sua capacità refrattiva: in altre parole significa che un momento può essere “miope” e un altro momento esattamente l’opposto, cioè “ipermetrope”. Questa fluttuazione, pur con intensità decrescente, continuerà ancora per anni, in corrispondenza dell’atteggiamento cognitivo verso il mondo (l’alternanza tra osservare - andare fuori e comprendere - portare dentro).
Va da sé che in questa fase una diagnosi di miopia o altro difetto di rifrazione e la conseguente imposizione di occhiali rischia di essere facilmente prematura e controproducente.

Questo è il periodo migliore per introdurre l’abitudine al palming (che poi sarà fondamentale per garantire una visione ottima negli anni a venire). Si può coprire gli occhi del bambino per corti periodi, canticchiando o dondolandolo. E poi si può incoraggiare il gioco del  “Cucù” in cui il bambino stesso si copre gli occhi per scoprire con delizia che può fare scomparire il mondo e farlo riapparire a piacere.

Raccontare favole prima di dormire è una cosa che diventerà sempre più interessante: iniziate da subito ad incoraggiare l’ascolto facendo fare il palming. Eventuali devianze di un occhio possono essere corrette utilizzando un pupazzetto per dita e attirando l’attenzione dalla parte desiderata. Man mano potete iniziare a muovere avanti e indietro gli oggetti due o tre volte prima di consegnarglieli.

Da otto a dodici mesi

Usate giocattoli che possono andare in alto, stimolando la flessibilità della parte superiore del corpo e del collo. Incoraggiate il suo movimento a “gattoni” e il passare attraverso “tunnel” di cuscini e simili. Questo aiuta a coordinare la parte alta e quella bassa del cervello. Lasciategli decidere se e quando cominciare a camminare: incoraggiare precocemente il camminare può avere conseguenze molto negative sullo sviluppo motorio.

Lo sviluppo della capacità di seguire oggetti con gli occhi può essere stimolato dall’osservazione di adulti che si passano una palla (e poi gliela fanno rotolare incontro).

Usate giochini ripetitivi del tipo “dove è papà?” per stimolare la memoria visiva. Permettetegli di esplorare tattilmente quanto può raggiungere, anche se è occasione di disordine e fracasso (battere il cucchiaio su una pentola...). Mettete fuori portata solo le cose veramente pericolose. Incoraggiatelo a trovare (con le mani) cose nascoste, come un tappo sotto un cuscino. Giocate indicando o attirando la sua attenzione su una cosa e invitatelo a gattonare per raggiungerla.

Un po’ di solletico o nascondersi sotto le lenzuola faranno scaturire fiumi di risate. Danzate insieme (con il bimbo in braccio) con ampie oscillazioni. Passate tempo insieme davanti allo specchio (niente occhiali!...). Introducete oscillazioni verso lo specchio: questo può essere utilizzato per attirare un occhio un po’ pigro nella direzione voluta. Canticchiate canzoni in cui sostituite la parola palpebre (oppure batti) ad alcune parole: quando dite la parola tutti devono battere le palpebre (anche voi!).

I bambini hanno bisogno di luce (e anche di ultravioletti, per mettere in moto i loro meccanismi metabolici). Fate passeggiate, magari utilizzando uno zaino per il bambino. Potete insegnare a chiudere gli occhi e girare il viso intorno al sole; fatelo e lui vi imiterà.

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