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La liquirizia provoca una leggera irritazione della mucosa gastrica, che determina poi un aumento della secrezione liquida a livello bronchiale, rendendo il muco più fluido.
La tosse grassa coinvolge le vie respiratorie più profonde, bronchi e polmoni; la presenza della secrezione mucosa è giustificata dal tentativo di ridurre, ossia di “spegnere” – proprio attraverso la produzione di muco - l’infiammazione. Se il muco è troppo spesso e abbondante, ostacola la buona ossigenazione dell’organismo e costituisce un terreno fertile dove possono svilupparsi germi ed infezioni.
Ancora una volta la Natura ci viene in aiuto!
Impiegate nelle malattie infiammatorie catarrali delle vie aeree, le piante ad azione espettorante favoriscono appunto l’espettorazione, riducendo la viscosità del muco bronchiale e facilitandone l’espulsione dai bronchi mediante colpi di tosse. Una delle piante espettoranti è la liquirizia, tipica delle regioni mediterranee dai climi temperati e particolarmente sviluppata nell’area calabrese. I principi attivi della liquirizia sono soprattutto le “saponine”, che agiscono provocando una leggera irritazione della mucosa gastrica, che – per azione riflessa – determina poi un aumento della secrezione liquida a livello bronchiale, rendendo il muco più fluido e quindi più facilmente eliminabile. Si utilizzano le radici che, oltre alle saponine, vantano la presenza di principi antinfiammatori come l’acido glicirretico, ma anche spasmolitici ed emollienti, come i flavonoidi: l’effetto sulla tosse agisce quindi su più livelli.
La liquirizia può essere utilizzata in estratto secco, in capsule o in decotto. Questo si prepara mettendo a bollire per 10 minuti circa in 150 ml di acqua un cucchiaio da tè di radice ben contusa, lasciando poi in infusione altri 10 minuti prima di filtrare e consumare (2-3 tazze al giorno). La liquirizia, in dosi curative, può causare un aumento dei valori pressori ed è quindi sconsigliata in presenza di ipertensione.
21/4/2017
21/4/2017
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